2013 / 2014


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I.W. Club Brescia Vittoria Alata - La storia dell’Omeopatia – a cura del Dott. Gianalberto Pagni

Ospite molto gradito ed apprezzato si è dimostrato il dottor Gianalberto Pagni medico omeopata già fondatore dell’Associazione Omeopatica bresciana , membro del Comitato Medicine Complementari della Regione Lombardia , insegnante alla scuola di omeopatia di Lugano ,e per noi relatore vivace e arguto che ha saputo guidarci ,attraverso un veloce escursus ,dalla nascita dell’omeopatia ai giorni nostri. La storia dell’omeopatia inizia con il dottor Samuel Hanemann ( 1755\ 1779 ). La situazione della medicina a quel tempo era disastrosa, tutte le malattie erano curate con salassi , purganti e diuretici . Pensiero filosofico di quel tempo era che l’uomo è perfetto , il “male “ viene da fuori ( materia pecans) quindi uso tecniche che espellino il male La grande intuizione di Hanemann fu di somministrare sostanze che provocano gli stessi sintomi della malattia dopo opportune diluizioni L’omeopatia si basa su principi fondamentali. 1: La Legge dei simili2: La Specificità medicamentosa: 3: La dose infinitesimale: L’omeopatia, deve tener conto anche di tutte le possibili espressioni del paziente, della sua costituzione, delle sue tendenze morbose, delle malattie pregresse. Ci sono molti grandi rimedi omeopatici (pulsatilla, lycopodium, nux vomica, arsenicum album, calcarea carbonica, thuya ecc. ), capaci di curare tutto. Prescrivere uno o l’altro dipende solo da cio’ che risulta ad un esame accurato del paziente praticato da un medico esperto : ed e’ questa la difficoltà del bravo omeopata. Se il trattamento omeopatico fallisce e’ perchè il rimedio e’ stato dato a sproposito, cosa non difficile se la prescrizione e’ stata fatta in modo affrettato o superficiale. Ecco alcuni atteggiamenti tipici - “Preferirei morire piuttosto che sopportare...” (Chamomilla). - “Mia moglie lascia sempre aperta la finestra!” (Nux Vomica: la colpa non è mai sua). - “Dammi manina, stammi vicino” (Pulsatilla). - “Lasciami soffrire da sola, tu non sai cosa vuol dire soffrire!” (Sepia). - “Questa è la volta che ci rimetto le penne” (Aconitum). - “Non voglio essere toccato!” (Arnica).