2012 / 2013


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IW Merate - Vimercate Brianza PHF - La gita a Bergamo Alta con le socie del Club Inner Wheel di Rovereto

E’ davvero una bella consuetudine quella di incontrarci con il nostro club di contatto di Rovereto un anno da loro e una volta da noi, come abbiamo fatto quest’anno. Abbiamo deciso di visitare la città di Bergamo Alta, che si erge su un colle e circondata da un poderoso anello di mura. Ci incontriamo con le nostre amiche davanti alla funicolare che dalla città bassa ci porta in pochi minuti nel cuore della città antica. Siamo davvero un bel gruppo, una quarantina di socie dei due Club. La prima visita che facciamo è al Palazzo dei Conti Moroni, uno dei più suggestivi edifici storici dell’arte barocca della città di Bergamo. Abbiamo una guida d’eccezione: la Presidente della Fondazione Museo di Palazzo Moroni, la dott.ssa Guja Ajolfi. La visita rivela splendidi scorci e innumerevoli suggestioni: dal cortile, dove troneggia in una nicchia una statua di Nettuno, si arriva tramite un monumentale scalone al piano nobile dove si ammirano varie sale con nomi che prendono spunto dai soggetti degli affreschi seicenteschi dei soffitti: l’età dell’Oro, la Caduta dei Giganti, Ercole sul Cocchio… antichi miti cari ai pittori del seicento che nella grande sala da pranzo lasciano il posto ad affreschi ottocenteschi ispirati alle gesta della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Nelle altre sale del palazzo si ammirano affreschi dai colori delicati, stucchi con la tecnica del trompe l’oeil e affreschi dai colori sgargianti e soggetti fantasiosi come nella Sala Turca e quella Cinese. In tutte le sale sono conservate preziose collezioni, frutto di secoli di acquisizioni, che testimoniano l’amore per l’arte del Casato dei Conti Moroni. All’esterno la balconata che scorre lungo il lato della corte conduce ad un inaspettato e panoramico giardino a terrazze dove si trova una torre medioevale, acquisita nell’800, usata dalla famiglia come “pensatoio”. Il nome dei Moroni si lega alla coltivazione del gelso e lo stemma di famiglia rappresenta una pianta di gelso a cui si aggiunse successivamente un’aquila che rappresenta il titolo di conte conferito dal Duca di Sassonia ad Antonio Moroni nel 1700. Ci avviamo verso la piazza Vecchia, dove si incrociano due delle due principali strade della Bergamo romana, il cardo e il decumano, e dove si eleva la Torre del Gombito che controllava gli accessi alla piazza Vecchia dalle vie che venivano dalle valli. La Torre fu eretta nel XII secolo e mantenne la sua originaria funzione difensiva fino al ‘ 500 quando fu convertita ad usi civili. Con i suoi 52 metri di altezza è un grattacielo posto nel cuore della città antica che da 800 anni sovrasta e vigila sulla città. La Piazza Vecchia è un vero gioiello dell’architettura rinascimentale, è contornata da palazzi medioevali ed è considerata il salotto della città, libera dal traffico delle auto, con al centro la bellissima fontana donata nel 1780 dal potestà veneto Alvise Contarini. Sulla facciata del Palazzo della Ragione, spicca sopra il balcone centrale il Leone di San Marco che fu il simbolo della dominazione veneziana per 350 anni. Il lato nord-ovest è occupato dal Palazzo del Podestà, risalente al XIV secolo, la cui facciata fu affrescata dal Bramante. A lato del Palazzo si erge la Torre del Comune, simbolo della città medioevale. La torre è detta anche del Campanone per la grande campana, costruita nel XII secolo, che oltre ad annunciare le riunioni del Consiglio Comunale, batte ancor oggi tutte le sere alle 22 più di 100 colpi (ci mette dieci minuti!) per ricordare l’antico coprifuoco che segnalava l’ora della chiusura delle porte della città. Sul lato est della Piazza si trova il nuovo Palazzo del Comune la cui costruzione iniziò nel 1604 che però non fu mai portato a termine nel disegno originale. Rivestito di candido marmi, oggo ospita la biblioteca civica che possiede un prezioso patrimonio di pergamene, codici miniati e archivi ove è depositata la storia della città. Dopo il giro nella Piazza Vecchia ci avviamo verso il ristorante La Colombina dove abbiamo prenotato un pranzo leggero a base di specialità bergamasche. Il gruppo è molto affiatato, e durante l’allegra conviviale impariamo a conoscerci meglio. Le nostre amiche ci hanno portato un bellissimo e… pesante regalo che abbiamo apprezzato moltissimo: un libro di ricette tipiche della provincia di Trento e Rovereto per insegnarci a mangiare bene e in modo sano! Quando usciamo dal ristorante riattraversiamo la cittadella e arriviamo in piazza del Duomo. Solo in anni recenti, durante alcuni lavori di restauro, è stata scoperta nel sottosuolo la presenza di una prima chiesa paleocristiana e una di epoca romanica. Vediamo i resti archeologici del cardo della città romana, muri di ville patrizie e mosaici risalenti al I secolo. La costruzione dell’attuale edificio rinascimentale del Duomo, dedicato a Sant ‘Alessandro, ha inizio a metà del ‘400 ma termina definitivamente con l’innalzamento della cupola solo alla fine del ‘600. Nell’interno, a croce latina con una sola navata, si trovano grandi quadri, tra cui un dipinto di Gian Battista Tiepolo. Di fronte al Duomo si trova il Battistero, che non visitiamo, a pianta ottagonale, costruito nel 1340 come vasca battesimale per la Basilica di Santa Maria Maggiore e trasferito all’esterno nella sua sede attuale solo alla fine del 1800. A fianco del Duomo si erge la Basilica di Santa Maria Maggiore che per il suo patrimonio storico ed artistico rappresenta il maggior monumento cittadino e la cui visita ci riserva delle sorprese eccezionali. L’esterno della Basilica è caratterizzato dalla mancanza di un ingresso centrale in quanto faceva parete unica con l’antico palazzo vescovile. Gli accessi alla chiesa sono 4 e tutti laterali. A fianco del Duomo si apre la porta dei Leoni Rossi, in marmo veronese, raffigurati in piedi, che sorreggono le colonne del portale. Entriamo nella basilica da questa porta e subito ci colpiscono i grandi arazzi del ‘500 raffiguranti scene della vita di Maria, appesi lungo le pareti ed ai pilastri. Nella basilica vi sono vari monumenti sepolcrali, tra cui quello dedicato a Gaetano Donizetti che nacque nella città di Bergamo. Continuando la visita guardiamo con meraviglia un confessionale ligneo in stile barocco intagliato con estrema maestria, ammiriamo gli stupefacenti stalli del coro e le tarsie dell’iconostasi che abbiamo la fortuna di vedere dal vivo, in quanto vengono eccezionalmente tolti i pannelli protettivi ed illuminate per noi. Sono opere di rara bellezza, eseguite su disegni di Lorenzo Lotto, raffiguranti racconti biblici, il Passaggio del Mar Rosso, il Diluvio Universale, Giuditta e Oloferne e Davide e Golia. Le tarsie hanno toni caldi ed intensi dati dai diversi tipi di legno usati, con sfumature di colore e profondità di immagine ottenuti con infusi di erbe e utilizzo di sabbia calda. Accanto alla Basilica si trova la Cappella Colleoni, voluta da Bartolomeo Colleoni quale mausoleo per sé e per la figlia Medea. Venne costruita verso la fine del 1400 e non fu mai completata del tutto. Sorse sul luogo dell’ antica sagrestia di Santa Maria Maggiore abbattuta per far posto al mausoleo. L’architettura del Mausoleo fu studiata per accordarsi con la Basilica al suo fianco. Il cenotafio del Colleoni posto all’interno di fronte all’ingresso è composto da pilastri che hanno alla base delle teste di leoni che sostengono un primo sarcofago con decorazioni in bassorilievo e sopra il primo vi è un secondo sarcofago sostenuto da tre statue. In alto troneggia la statua equestre in legno dorato del condottiero. Sulla parete sinistra c’è il sarcofago di Medea su cui è posta la sua statua, supina e con una espressione serena, quasi dormiente. Uscendo dal mausoleo ci divertiamo a guardare (e toccare) lo stemma del Colleoni raffigurante i testicoli colleoneschi che derivavano dal suo nome e che costituivano il suo grido di guerra. Le visite sono finite, sono le quattro del pomeriggio: le nostre amiche vengono raggiunte dal loro Bus e le salutiamo ad una ad una con la promessa di rivederci il prossimo anno, e noi riprendiamo la funicolare per la città bassa, dove abbiamo lasciato le nostre auto, per ritornare a casa, stanche ma molto soddisfatte della bella giornata trascorsa.