2012 / 2013


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IW Augusta - ''Il sogno impossibile dei Longobardi… fare l’Italia'' Conferenza dell’ Ing. Filippo De Martino

Giovedì 9 maggio 2013 alle ore 18,30 nel salone di rappresentanza del Circolo Unione di Augusta, l’Inner Wheel Club di Augusta ha avuto il piacere di partecipare al Progetto Culturale Internazionale “L’Inner Wheel sulle orme dei Longobardi in Europa” attraverso una interessante conferenza dal titolo “Il sogno impossibile dei Longobardi… fare l’Italia”, tenuta dall’Ing. Filippo De Martino, egregio studioso di Storia e Arte. Lo stimato oratore introduce la conversazione con una sua tesi che man mano espone agli invitati convincendoli della sua veridicità: la ferma opposizione della Chiesa di Roma ad una possibile riunificazione della penisola sotto le insegne longobarde il che ritardò per secoli la formazione della nazione Italia. L’Ing. De Martino fa osservare come gran parte della storiografia italiana tende ad esprimere un giudizio apertamente denigratorio o quanto meno negativo del popolo longobardo (vedi la monumentale storia d’Italia di C. Barbagallo) in quanto condizionata dall’esaltazione acritica e agiografica della civiltà romana caduta per “colpa” dei “barbares” fra i quali, o a torto o a ragione, vengono inclusi anche i longobardi e rivela che basta pensare agli ideali del Risorgimento italiano in chiave antiaustriaco e alla tragicomica mistica fascista intesa come continuazione condizionata in senso “antinordico, antilongobardo ed antieuropeo”. La conversazione entra nel merito dei fatti storici e l’oratore cita spesso piccoli brani dell’opera di Paolo Diacono (Historia Langobardorum) e descrive la trasformazione della Chiesa di Roma che, dalle originarie posizioni spirituali e ascetiche dei primissimi secoli approda a una posizione più “terrena”, si lascia irretire in convulse vicende di carattere politico ed economico eticamente in contrasto con la grande spiritualità delle origini del Cristianesimo e, di conseguenza, la vediamo schierata in difesa dell’immenso patrimonio terriero accumulato in pochi anni (monasteri, abbazie, vescovati, parrocchie, pievi, ecc.) che credeva minacciato dalla continua espansione territoriale dei Longobardi. Stando così le cose, a nulla quindi valevano le “aperture” che dopo Alboino, i re Autari e Agilulfo avevano messo in atto sin dal 584 sposando donne cattoliche (Teolinda), convertendosi al cattolicesimo e battezzando i figli (Agilulfo), premettendo al proprio nome il pronome romano Flavius, rinunciando al titolo di Rex langobardorum per quello di Rex totius italiae (Agilulfo) : segnali inequivocabili lanciati a ripetizione verso la curia pontificia e verso la corte bizantina. Infine, quando nel 726 da Bisanzio si scatenò la lotta religiosa dell’iconoclastia, “ i re longobardi - Liutprando in particolare- … dichiarandosi fautori della dottrina romana e traendo da ciò il pretesto per assalire i territori appartenenti ancora all’impero, trovarono modo di attuare la loro antica aspirazione ad allargare il loro dominio a tutta l’Italia” (R. Morghen, Civiltà europea). Ma il pontefice Gregorio lì si levò in difesa dell’esarca bizantino e alleatosi con i duchi longobardi di Spoleto e Benevento bloccò l’avanzata di Liutprando che per tutta risposta donò al papato i territori di Sutri e Bieda, primo nucleo del futuro Stato pontificio. È con Desiderio che l’epopea italica dei longobardi si avvia inesorabilmente alla fine. Nei territori franchi, la nascente stirpe dei carolingi, dopo aver spodestato di fatto la dinastia merovingia, aveva disperato bisogno di essere legittimato dall’unzione papale (l’imperatore era lontano). Il papa fu ben lieto di rispondere affermativamente alla richiesta chiedendo però in cambio un intervento militare franco in Italia capace di liquidare una volta per tutte i longobardi, cosa che avvenne alle Chiuse di Susa quando Carlo ebbe facilmente ragione di un esercito longobardo decimato da innumerevoli defezioni. A nulla erano valsi i matrimoni dei figli di Desiderio, Adelchi ed Ermengarda con i figli di Pipino il Breve, Carlo e Giselle; la ragione di stato ebbe il sopravvento. L’oratore conclude il suo straordinario e coinvolgente intervento durato oltre un’ora e mezza leggendo le prime sestine del coro dal II atto della tragedia dell’Adelchi di Manzoni “Sparse le trecce morbide…” …anche il club Inner Wheel di Augusta, situato sulla costa orientale della Sicilia, seppur non direttamente coinvolto nelle vicende storiche, ha voluto approfondire, trattare e conoscere meglio una tematica appartenente alla macrostoria italiana.