2012 / 2013


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IW Venezia - Visita alla Mostra ''Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento''. Itinerario alla scoperta della Padova Rinascimentale: Loggia e Odeo Cornaro

Davvero straordinaria la Mostra allestita a Palazzo del Monte di Pietà, una mostra che racconta la storia del singolare umanista veneto, grande codificatore della lingua e dell’arte italiana, attraverso i capolavori artistici che egli riunì nella sua casa di via Altinate. Tali opere, dislocate ora nei musei internazionali, hanno fatto eccezionalmente ritorno a Padova dopo cinquecento anni. Non si sarebbe potuto immaginare un omaggio migliore a Pietro Bembo, uno degli uomini più potenti del Rinascimento: ebbe l’Ariosto come amico, Isabella d’Este come accompagnatrice al liuto, Lucrezia Borgia come amante e un Papa come diretto interlocutore. Figura poliedrica, intellettuale di grande levatura, alto prelato, dotto grecista, elegantissimo scrittore latino, letterato, mecenate, codificatore della lingua italiana che ancora oggi si parla, Bembo fu committente e collezionista di opere d’arte. L’esposizione si snoda in senso cronologico seguendo gli spostamenti di Bembo dalla Venezia del tardo Quattrocento con opere di Bellini, Giorgione e A. Manuzio, proseguendo per Ferrara e Mantova dove Bembo scoprì Mantegna. Poi Urbino con Raffaello e Perugino e la Roma dei Papi con Raffaello, Giulio Romano e Belli. A Padova, crocevia della cultura artistica internazionale, Bembo creò la “Casa delle Muse” o “Musaeum”, il primo museo del Rinascimento. Il percorso della Mostra si conclude nella Roma di Paolo III Farnese con le opere di Tiziano, Giorgione, Michelangelo, Sansovino e Cellini. Esposte anche raffinate sculture, un maestoso arazzo della Cappella Sistina, strumenti musicali, manoscritti miniati, preziosissimi libri a stampa, sculture romane in marmo e bronzo e capolavori dell’antico Egitto. Fra i cimeli la preziosa teca con la bionda ciocca di capelli dell’amata Lucrezia Borgia. Mezzo secolo di storia attraverso la visione di Pietro Bembo, promotore dell’unità della lingua italiana sulla base dei grandi Trecentisti della letteratura volgare e assertore di un linguaggio artistico universale, privo di connotazioni regionali, insito nelle opere di Michelangelo e Raffaello. Una mostra che illustra il ruolo della cultura in un’Italia frammentata politicamente e linguisticamente, in balìa delle grandi potenze europee. Alla gravissima crisi economica e politica del suo tempo, Bembo contrappone il riscatto tramite l’elemento unificante della cultura, della lingua e dell’arte, capaci di superare le barriere regionali ed offrire un’identità comune in cui riconoscersi. Messaggio sempre attuale. A conclusione della visita guidata, dopo la colazione in Piazza dei Signori, abbiamo proseguito il nostro itinerario alla scoperta della Padova Rinascimentale. Abbiamo visitato la Loggia e l’Odeo Cornaro, commissionati da Alvise Cornaro e facenti parte di un più ampio complesso di edifici e giardini. La Loggia, eretta nel 1524 su progetto del Falconetto ed ideata per rappresentazioni teatrali, presenta una scena a portico su base rialzata, scandita da arcate, ornata da fregi e chiusa da un fondale. Vi si tennero rappresentazioni del Ruzante. L’Odeo venne realizzato nel 1530 ed era utilizzato per concerti di musica, dibattiti e conversazioni erudite. L’interno di pianta ottagonale con cupola, finemente decorato, si ispira alla Domus Aurea di Nerone ed a Palazzo Te di Mantova. Abbiamo vissuto a Padova una giornata davvero intensa ed interessante: un coinvolgente percorso culturale nel Rinascimento, stagione di straordinaria ed altissima creatività artistica.