2011 / 2012


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IW Torino PHF - Gita a Torre Pellice

Mercoledì 21 marzo, primo giorno di primavera. Arrivate a Torre Pellice la nostra prima tappa è il Museo Storico Valdese, ospitato in un edificio inaugurato nel 1922 e conosciuto come “Convitto Valdese”, un tempo sede di attività pedagogica in favore dei giovani. Nelle sale del museo sono visibili alcune carte geografiche che mostrano come la riforma protestante si diffonde presto anche in Piemonte, dove le valli ne diventano il centro propulsore. In una teca è custodita una copia della Bibbia tradotta in francese da Olivetano, cugino di Calvino, e stampata nel 1535; per due secoli il francese è adottato dai valdesi del Piemonte come loro lingua ufficiale. Con la pace di Cateau Cambrésis, stipulata nel 1559 fra Enrico II di Francia e Filippo II di Spagna, si realizza in Europa un equilibrio e ed inizia la Controriforma. Anche nel Piemonte di Emanuele Filiberto si scontrano Protestantesimo e Cattolicesimo. Il duca infatti organizza una crociata per ricondurre i valdesi delle valli di Luserna e San Martino alla fede cattolica. Le truppe sabaude devono cedere. Determinanti per questa vittoria sono la natura dei luoghi montani, la posizione geografica delle vallate vicine alla Francia e l’intervento dei protestanti del Delfinato. La guerra si conclude nel 1561 con un trattato di pace firmato a Cavour. Tuttavia l’azione repressiva anti-valdese della Corte sabauda raggiunge la sua forma più acuta nel 1655 con un tragico episodio passato alla storia come “Pasque Piemontesi” o “Primavera di Sangue”, una vicenda che sconvolge il mondo valdese. La sopravvivenza dei valdesi è possibile solo grazie all’intervento delle potenze protestanti. Sull’esempio del re francese Luigi XIV, il duca di Savoia Vittorio Amedeo II nel 1686 distrugge con le armi il protestantesimo delle Valli; i valdesi sopravvissuti al massacro e alla prigionia sono mandati in esilio in Svizzera. Nell’agosto del 1689 però alcune centinaia di valdesi tornano ad occupare la Valli del Piemonte dopo un’avventurosa spedizione armata detta “Glorioso Rimpatrio”. Il duca piemontese, infatti, abbandonata l’alleanza con la Francia, riammette i valdesi sul loro territorio. Solo con la Rivoluzione francese e sotto Napoleone i valdesi possono godere di maggiore libertà e costruire templi. Con l’Editto del 1848 emanato da Carlo Alberto i valdesi da eretici diventano cittadini liberi. All’uscita del museo ci dirigiamo al Tempio, edificato nel 1852 in stile neo-romanico con belle colonne che delimitano l’unica navata. Seguono quindi la visita alla Casa Valdese con l’Aula Sinodale. Un sentiero ripido, costruito con le pietre di Luserna, ci conduce al Collegio dei Barba, un’antica costruzione che la tradizione vuole essere stata la sede dove i predicatori, detti appunto “barba” che in dialetto significa “zio”, trascorrevano l’inverno nello studio della Bibbia. Ad Angrogna entriamo nel piccolo Museo delle Donne dove sono loro a raccontare ciascuna la propria storia. Infine un sentiero erboso ci conduce ad un luogo simbolico detto Chanforan dove si erge il monumento che ricorda l’Assemblea del 1532 durante la quale i barba valdesi e i riformatori discussero della vita della loro chiesa. Da quel momento i gruppi valdesi attivi nelle Alpi, in Calabria e in Provenza entrarono a far parte del mondo della Riforma Protestante che si stava realizzando in Europa. L’allegria dello stare insieme, la simpatia delle guide, l’interesse per la storia ci hanno regalato momenti di serenità, lasciandoci tanto calore, non solo per l’inaspettata e godibilissima giornata di sole.