2007 / 2008


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IW Peschiera e del Garda Veronese - Gita a SanPietroburgo

Si parte in aereo. San Pietroburgo ci dà il benvenuto con una danza di piccoli fiocchi di neve (in maggio!!!). La cosa è talmente insolita per noi in questa stagione, che non apriamo nemmeno l'ombrello lasciando che la neve si posi giocando sui nostri capelli. Imbocchiamo Corso Mosca (lungo undici chilometri e mezzo) guardando dai finestrini del pullman; ci accorgiamo che i palazzi ai lati della strada sono tutti grandissimi, maestosi. Piazza della Vittoria è un tripudio di fontane, tutte zampillanti. E poi, finalmente, entriamo in città. San Pietroburgo è costruita tutta su palafitte (il terreno è molto paludoso) e su quarantadue isole. Visita alla Fortezza dei SS. Pietro e Paolo, voluta da Pietro il Grande, lambita dalla Neva Grande (in questo punto la larghezza del fiume è di milletrecento metri ca.). Una luccicante guglia dorata ( alta centoventidue metri), sembra sfidare il sole e bucare il cielo. Al suo interno sono sepolti tutti i Romanov. Enormi blocchi di marmo candido ci indicano i sepolcri di Pietro il Grande, della Grande Caterina e degli altri. il nonno ed il padre dell'ultimo zar, invece, hanno voluto, per le loro sepolture, l'uno un monolito di diaspro verde dei monti Altai, l'altro un monolito di rodonite degli Urali. C'è anche Nicola II e la sua famiglia intera, che qui sono stati traslati da poco da Ekaterinburg, dove furono trucidati. Tutto è grande, maestoso, megalonico. L'iconostasi in legno dorato ed intagliato, però, è stupenda. Mette quasi soggezione. La si ammira ammutoliti pensando al lavoro, in condizioni quasi disumane, di tante bravissime mani operaie. La nostra visita prosegue lungo i canali dai parapetti in ferro battuto, tutti diversi, aerei, che sembrano trine, pizzi, merletti. Ci sono la Grande e la Piccola Neva, tutte e due con acque marroncine, vuoi per le piogge abbondanti, vuoi perché dal golfo di Finlandia entra l'acqua del mare che, proprio pulita non è. Passando davanti a palazzi che portano la firma di architetti italiani, francesi, svizzeri, si arriva alla cattedrale di Sant'Isacco. Qui una profusione di ori, marmi, bronzi, che lascia stupefatti. Pavimenti in legno pregiato, posato a disegnare stelle, volute, fiori. Incantevoli. L'iconostasi è tutta un bel luccichio di ori, un trionfo di marmi pregiati, di pietre preziose, incorniciati da dieci colonne di malachite e dalle due centrali di lapislazzulo. Incredibili. Si deve pensare che quelle di malachite sono composte da innumerevoli tesserine minuscole posate sul bronzo, in modo da consentire alla venatura della pietra di dare il meglio di se stessa. Piazza del Palazzo. La colonna di Alessandro Primo domina dall'alto del suo granito,l'Arco di Triondo e l'Ermitage. Ermitage! Nome magico. Sappiamo, per sentito dire, cosa contiene. Non sappiamo, ancora, però, cosa ci aspetta, una volta dentro. Palazzo voluto dalla Grande Caterina, zarina volitiva, energica e avveduta, per destinarlo a Museo d'Arte. Nei suoi lunghi e vari viaggi, scegliendo il meglio dell'arte di tutti i tempi, riuscì a possedere una splendida collezione da esibire nella fuga delle sale. Caterina ha tutto questo si dedicò dopo aver detronizzato il marito, Pietro III, un tirannello imbelle. Bisogna, però, riconoscerle che oltre ad essere un'amante del bello si occupò con vivo interesse e capacità, della situazione interna del paese e dei rapporti con l'estero. Pur assumendo e riaffermando per sé gli illimitati poteri dell'autocrate, si obbligò ad ogni sforzo per il bene del suo popolo. Purtroppo non riuscì a comprendere le ragioni dei contadini russi, in stato di servitù medioevale, anche perché gli aristocratici, grandi proprietari terreni, glielo impedirono. Caterina amava far man bassa non solo fra le opere d'arte, amava farla anche fra i boiardi che la circondavano, non disdegnando di offrire le sue grazie nell'alcova anche a qualche stalliere. E incomincia la sfilata di quadri. Troviamo, quasi subito, due Madonne di Leonardo da Vinci. La Madonna Benois è una mamma dolcissima che sembra giocare con il suo piccolo bimbo grassottello (1478). La Madonna Litta (1490/91) è, invece, una mamma più matura che allatta il bimbo, che maliziosamente guarda verso di noi. Cornici dorate stupende. Una scultura di Michelangelo: giovane accosciato; domina la sala questo ragazzo dai capelli ricciuti, ma con i muscoli ben sviluppati e riprodotti con grande maestria dal nostro sommo scultore. Raffaello — Madonna Connestabile (1504 ca.); è un tondo piccolissimo ma il pennello di Raffaello è inconfondibile. E' un quadro che conquista, che fa sostare per la sua bellezza. Incorniciato maestosamente per farlo ancora più risaltare. Caravaggio, Tintoretto, Tiepolo, El Greco, Murillo, Velasquez, Van Dyck, Rubens, Rembrandt, Matisse, Gauguin, Van Gogh, Picasso. Impossibile elencarli tutti. Nelle varie sale troviamo anfore enormi di malachite, di lapislazzuli e bacili grandissimi di pietre varie. Convento Smolníj. Antico complesso monastico per fanciulle nobili, voluto dalla zarina Elisabetta. Cattedrale di Nostra Signora di Karan — un S. Pietro in sedicesimo. Cattedrale di San Nicola dei Marinai — una chiesa tutta dipinta in bianco ed azzurro. Chiesa del Sangue versato — una costruzione con le caratteristiche cupole a cipolla con ori e smalti di vari colori che si specchiano nel Moika. Assistiamo ad uno spettacolo di balletti russi. Ci divertiamo nel vedere i bellissimi costumi coloratissimi dalle gonne svolazzanti, mentre i ballerini pestano il tavolato con i loro stivaletti. Lungo la prospettiva Nenskiy torniamo al nostro albergo dal nome impronunciabile e ci disponiamo a tornare a casa.