La Scuola luogo di formazione globale
La seconda relatrice Rosy Bindi, attualmente ricopre la carica di Presidente del Comitato Nazionale "Centenario della Nascita di Don Milani“. Rosy Bindi è l’emblema della dimensione etica della politica intesa come servizio e ricerca del bene comune. La Presidente Cucca ha ringraziato l’onorevole Bindi che, nel suo esordio, ha manifestato grande apprezzamento per il valore dei contenuti del Convegno e piena adesione alla concretezza delle tematiche esposte dalla prof. Barone. La nostra Presidente, partendo dalla “Lettera a una professoressa “, ha chiesto alla relatrice se il messaggio di Don Milani sia ancora valido, dopo più di 50 anni dalla sua scomparsa. Partendo dal presupposto che l’errore più grave che si possa fare, sarebbe quello di considerare i principi espressi da Don Milani come circoscritti nel suo tempo, quando, il suo messaggio, invece, è, ai giorni nostri, più che mai vivo. La scuola, strumento di elevazione sociale e culturale, dovrebbe accogliere tutti ed ognuno dovrebbe sentirsi accettato con empatia ed amore. L’inclusività è, dunque, il presupposto indispensabile, di ieri come di oggi. Formare i “cittadini sovrani”, di cui parla Don Milani, significa, pertanto, impartire le regole del ”vivere civile”, nel rispetto delle Leggi, fornendo così ai giovani non soltanto competenze tecniche ma anche la capacità critica di pensare e valutare. Don Milani, rilevando che sia un luogo comune l’affermare che i “poveri” siano meno intelligenti dei ricchi, osserva che ciò dipende dal fatto che i primi sono meno seguiti ed addirittura trascurati. Oggi, purtroppo, non è stato ancora risolto il problema della dispersione scolastica nella sua forma esplicita ed implicita. Il valore effettivo dell’educazione si poggia fondamentalmente sulla partecipazione responsabile di una comunità educante- accogliente. La nostra scuola ha perso valore in tutte le fasce sociali, non attrae più né come eventuale ascensore sociale, né come bene
fondamentale ed imprescindibile. La sua funzione, in partenza, è quella di “acculturare”. con l’apprendimento - attraverso la lettura- della lingua italiana e delle parole che la compongono, consentendo ragionamenti articolati e complessi. Il degrado attuale e l’impoverimento culturale presentano cause molto articolate che vanno attribuite alle generazioni precedenti, che hanno mirato prevalentemente al miglioramento del proprio stato sociale ma anche ai docenti che non si adeguano. Questi ultimi, spesso esercitano il loro compito applicando metodi anacronistici legati alla mera conoscenza. Si evidenzia oggi l’urgente necessità di una formazione per adulti che sia consapevole ed adeguata alle esigenze delle generazioni presenti e future. I programmi ministeriali, pur nell’autonomia scolastica, dovranno approfondire le tematiche sociali che hanno caratterizzato il novecento, tra le quali la mafia, forte elemento attrattivo proprio nei confronti dei ragazzi “invisibili”. A proposito di “autonomia scolastica”, pur essendo tale scelta oltremodo attuale, essa contiene anche grandi rischi, nel senso che un eccesso di autonomia, potrebbe parcellizzare, in maniera abnorme, la cultura nazionale, che deve, comunque, avere una base comune per evitare discrasie fra le varie realtà territoriali. Rosy Bindi, nell’ apprezzato intervento, toccando vari aspetti del valore dell’educazione, è stata in grado di collegare i “suoi pensieri in libertà”, - così li ha definiti - ai principi ed all’attualità del pensiero di Don Milani. La Presidente Cucca e le socie stesse hanno collaborato in maniera attiva e propositiva al dibattito con domande appropriate e pertinenti, aggiungendo ulteriore valore al Convegno che si è concluso con grande, reciproca soddisfazione.