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Un pittore intelligente, curioso, spiritoso, vagabondo

Visita alla mostra “Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese" Ci troviamo insieme alle amiche del Club di Peschiera e di Legnago al Palazzo della Gran Guarda per visitare la mostra “Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese”. L’arte a Verona nella prima metà del XVI secolo, fiorita tra i due giganti Mantegna e Paolo Veronese, è ricca di figure di grande qualità e di personalità inconfondibile tra tutte queste figure di artisti, Giovan Francesco Caroto emerge come la più interessante e la più complessa. Intelligente, curioso, spiritoso, vagabondo, fu a Mantova, alla corte dei Gonzaga, sotto l’egida di Mantegna; a Milano, al servizio di Antonio Maria Visconti; a Casale Monferrato, alla corte del marchese Guglielmo IX Paleologo. Conobbe e apprezzò la pittura fiamminga e nordica (tra Milano, Verona e Venezia), ma anche Raffaello e i suoi seguaci, tanto da rendere credibile l’ipotesi di un suo viaggio di studio a Roma. Esercitò la pittura, la miniatura, il disegno naturalistico, la medaglistica, la statuaria; raggiunse forse i suoi esiti più personali e felici nel ritratto e nella pittura di paesaggio. Il percorso espositivo è articolato in nove sezioni che evidenziano momenti particolari della carriera di Caroto e significativi aspetti dei suoi interessi e della sua personalità artistica. Una stanza multimediale conclude la mostra: riproduce la Wunderkammer dello speziale Francesco Calzolari, esponendo anche alcuni oggetti dalla sua raccolta: un ologramma di Calzolari illustra gli oggetti esposti in una scenografia che ricrea la sua camera delle meraviglie.