2009 / 2010


<< torna all'elenco

IW Peschiera e del Garda Veronese - Visita al Teatro della Scala di Milano

Grazie al fattivo impegno della nostra socia onoraria Emanuela Bianchi Porro ci siamo recate numerose a Milano per meglio conoscere il Teatro La Scala, oggetto nel 2004 di un importante intervento di restauro, opera del famoso architetto ticinese Mario Botta, ed il museo annesso spesso a torto dimenticato. La visita è stata molto interessante, abbiamo potuto ammirare molti preziosi elementi della storia del Teatro e di quelli che sono stati i suoi protagonisti: dalle celebri cantanti come Giuditta Pasta, da attrici come Eleonora Duse, da direttori d’orchestra come Arturo Toscanini, a compositori come Giacomo Puccini. Il Teatro è stato progettato dall’architetto Piermarini, su incarico dell’imperatrice Maria Teresa. L’idea del Museo teatrale nacque da una discussione tra i personaggi più in vista di Milano all’inizio del secolo scorso. Si riunirono il duca Umberto Visconti di Modrone, il compositore Arrigo Boito, il direttore della pinacoteca di Brera, Gino Modigliani, un corrispondente del giornale “Secolo”, un professore ed un conte che nonostante gli ambiti diversi di occupazione, erano legati dalla passione per il Teatro della Scala. Decisero di acquistare la collezione teatrale di un antiquario che stava per essere messa all’asta a Parigi. Si impegnarono a trovare i fondi e, con l’aiuto del governo e di 50 cittadini che sottoscrissero quote di partecipazione, riuscirono a dar corpo al loro sogno. In seguito, a quella collezione, si aggiunsero altre importanti acquisizioni. Una volta entrati all’interno del museo siamo state accolte dagli strumenti musicali, alcuni dei quali appartenuti a geni della musica, un esempio per tutti è il pianoforte di Giuseppe Verdi.Vi sono incisioni che documentano vita di scena, ritratti di donne, tra cui Eleonora Duse, che hanno cavalcato la scena del Teatro, rendendolo importante in tutto il mondo. Successivamente siamo entrate nella sala della Commedia dell’Arte: il teatro drammatico tra Cinquecento e Settecento, dove gli attori improvvisano mescolando recitazione, acrobazie e canto. La collezione di porcellane, di soggetto teatrale e musicale, proveniente da varie manifatture europee (Capodimonte, Doccia a Meissen, Chelsea, Sèvres) è molto interessante. Nella sala che viene chiamata “Quadreria” abbiamo ammirato ritratti di artisti dell’Ottocento accomunati dall’appartenenza scaligera. Importanti spazi sono stati allestiti per Giacomo Puccini, uno degli autori più rappresentati alla Scala e per Arturo Toscanini che, dopo il suo arrivo alla Scala nel 1887 come violoncellista, vi ritornava quattro anni dopo come direttore di quattro entusiasmanti concerti. Toscanini costruì un nuovo modo di ascoltare l’opera, non cedendo ai capricci dei cantanti e dando anche alla parte scenica una importanza sostanziale. Al secondo piano del Museo abbiamo visto la sala delle scenografie e delle memorie storiche legate all’avventura artistica della Scala: bozzetti, disegni e incisioni dal Seicento all’Ottocento. Infine l’ultima sala del museo: una sosta accogliente dopo la visita e la possibilità di piccole occasioni-concerto attorno al pianoforte appartenuto a Franz Liszt, che suonò alla Scala nel 1838. Una visita piacevole in un luogo affascinante, ricco di spunti interessanti, che merita di essere visto.