Storie e luoghi dimenticati - La ” Cascata dello schioppo” di Stefania Salvadori
Storie e luoghi dimenticati Ha il sapore di una scoperta, avventurarsi in un paesaggio verde e solitario orchestrato dallo scorrere d’acque. Cosi la nostra passeggiata ecologica verso la cascata detta “dello schioppo “ si trasforma in una scoperta stupefacente: nel cuore del centro urbano, proprio sotto i nostri occhi si nasconde e sopravvive una risorsa naturale che pochi conoscono . Ci rechiamo in gruppo , il 29 settembre, alle 10.30 all’appuntamento con la nostra guida , il maestro Alberto Spaziani, la giornata settembrina è propizia e il sole ci accompagna amichevolmente. Siamo dirette alla” Cascata dello schioppo”, luogo conosciuto e gioiosamente frequentato dai giovani della metà dello scorso secolo per rinfrescarsi nelle fresche e limpide acque del fiume Cosa e per tuffarsi dalla cascata ma anche dalle donne che qui venivano a lavare i panni. Il nostro accompagnatore ci illustra brevemente il percorso del Cosa , anticamente detto “Acquoso”, premettendo che la portata attuale della cascata è piuttosto esigua e non offre lo spettacolo consueto di acqua sonante. La ragione sta nel fatto che il letto del fiume attraversa un territorio carsico per cui l’acqua penetra nel sottosuolo per poi riemergere con portata minima fino alla cascata , ma anche perché l’Enel ha deviato l’acqua nel Lago di Canterno. Il fiume nasce da due diramazioni, Capofiume dalla Val Roveto, col nome di Fiume e Capocosa dal monte Viglio che convergono nel Cosa in territorio di Alatri ,le acque giungono in territorio di Frosinone sgorgando dalla sorgente di Castelmassimo di Veroli., fino a raggiungere, in territorio di Ceccano , il fiume Sacco, tristemente famoso per il suo preoccupante livello di inquinamento. Il luogo è incantevole e fornisce un habitat naturale all’airone cinerino, a svariati merli e altri volatili, a varie piante come la vite selvatica, la bardana, il tapinambur, e molte altre specie botaniche... (Continua nella sezione Documenti)